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Rassegna Stampa - L'Argomento di Oggi 2010-02-13

Il Papa: "La vita umana non è materia inanimata nelle mani degli scienziati"

"Il rischio altrimenti sarebbe un uso strumentale della scienza, con l'inevitabile conseguenza di cadere nella discriminazione e nell'interesse economico del più forte

udienza per i partecipanti alla plenaria della Pontificia accademia per la vita

"Lo Stato riscopra la carità" Il Papa in visita alla Caritas

"A ogni essere umano venga garantito ciò che gli spetta"

"Il Vangelo non propone una rivoluzione sociale e politica"

Benedetto XVI all'ostello "Don Luigi Di Liegro" nei pressi della stazione Termini

Appello alle istituzioni in un mondo in cui prevale "la logica del profitto

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Dalessandro Giacomo

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2010-02-15

 

15 Febbraio 2010

ROMA

Papa: anche lo Stato

riscopra la forza della carità

Come un padre che vuole stare accanto ai suoi figli più deboli. Con questo spirito Benedetto XVI si è recato ieri tra i poveri e gli immigrati delle strutture Caritas alla Stazione Termini da dove, oltre a pronunciare una parola di conforto agli ultimi della città, non ha mancato di levare il suo monito perchè Stato e istituzioni superino la logica del profitto accogliendo "la forza della carita".

Accolto da molti applausi e manifestazioni d'affetto, Benedetto XVI, sotto la guida della direttrice dell'ostello, Roberta Molina, e di uno dei medici del centro, Salvatore Gerace, ha innanzitutto compiuto un giro dei locali della struttura: il poliambulatorio, la farmacia, l'ostello e la sala mensa. In quest'ultima, Benedetto XVI ha ascoltato attento le parole rivoltegli, a nome di tutti i senzatetto della stazione, da Giovanna Contaldo, una delle ospiti. Quando, finito di leggere il discorso, la donna, commossa, si è avvicinata al Papa, Ratzinger non ha esitato ad accoglierla in un lungo abbraccio. "La Chiesa vi ama profondamente e non vi abbandona perchè riconosce nel volto di ciascuno di voi quello di Gesù", ha esordito quindi il Pontefice subito dopo aver ricevuto in dono il crocifisso restaurato della chiesa di San

Pietro a Onna (L'Aquila), simbolo del dolore di tutti coloro che hanno subito disgrazie. Poi, si è rivolto ai 190 ospiti dell'ostello "Don Luigi di Liegro", ai quasi mille operatori che ogni giorno ascoltano gli indigenti della città ("senza volontari non si fa niente", aveva detto poco prima varcando la soglia del centro Caritas in segno di ringraziamento) e alle autorità presenti: il sindaco della capitale Gianni Alemanno, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Gianni Letta, il ministro delle Infrastrutture e Trasporti, Altero Matteoli, e l'amministratore delegato delle Ferrovie dello stato, Mauro Moretti, in rappresentanza dell'azienda che nel 1983 ha donato i locali alla Caritas.

A loro e a tutti "quanti hanno responsabilità nella pubblica amministrazione e nelle diverse istituzioni ", Benedetto XVI ha rivolto l'incoraggiamento "ad impegnarsi nella costruzione di un futuro degno dell'uomo, riscoprendo nella carità la forza propulsiva per un autentico sviluppo e per la realizzazione di una società più giusta e fraterna" obiettivo sempre più "urgente" in un mondo in cui "sembra prevalere la logica del profitto e della ricerca del proprio interesse". Da parte sua, ha aggiunto il pontefice, la Chiesa, "nel rispetto delle competenze dello Stato", è impegnata affinchè "ad ogni essere umano venga garantito ciò che gli spetta".

Il Papa stesso, che durante la visita ha salutato paternamente uno a uno molti ospiti dell'Ostello, compresi i bambini in braccio alle mamme, ha spiegato come essa si inquadri "nell'Anno europeo della lotta alla povertà e all'esclusione sociale": proprio il livello di povertà in Italia, come hanno rivelato dati Caritas diffusi in questi giorni (più 20 per cento di richieste di ascolto tra il 2007 e il 2008), è cresciuto a causa della crisi economica, costringendo sempre più famiglie italiane a rivolgersi ai servizi caritativi della Chiesa. Benedetto XVI conosce bene questa realtà, come ha già evidenziato nella sua enciclica Caritas in Veritate, di cui non a caso ha riproposto oggi ampi passaggi invitando a riscoprire "le dimensioni del dono e della gratuità" nel " vivere quotidiano e nelle relazioni interpersonali".

Ancora più diretto è stato il cardinale vicario Agostino Vallini. "Lo stato sociale non subisca ingiusti

ridimensionamenti e le fasce più deboli della popolazione non siano mortificate", ha affermato nel suo saluto. Appelli subito raccolti, nel corso della giornata, dal ministro del Welfare, Maurizio Sacconi. "La sollecitazione alla carità umana - ha annunciato - sarà raccolta domani dal Governo con l'annuncio di una Campagna nazionale per il dono contro la solitudine e la povertà".

 

 

 

 

 

14 Febbraio 2010

ALL'OSTELLO CARITAS DI ROMA

Il Papa ai poveri: la Chiesa

vi ama profondamente

Cari amici,

ho accolto con gioia l’invito a visitare questo Ostello intitolato "Don Luigi Di Liegro", primo Direttore della Caritas diocesana di Roma, nata più di trent’anni fa. Ringrazio di cuore il Cardinale Vicario Agostino Vallini e l’Amministratore Delegato delle Ferrovie dello Stato, Ingegner Mauro Moretti, per le parole che cortesemente mi hanno indirizzato. Con particolare affetto esprimo la mia gratitudine a tutti voi, che frequentate questo Ostello e attraverso la voce della Signora Giovanna Cataldo avete voluto rivolgermi un caloroso saluto, accompagnato dal prezioso dono del Crocifisso di Onna, segno luminoso di speranza. Saluto Mons. Giuseppe Merisi, Presidente della Caritas Italiana, il Vescovo Ausiliare Mons. Guerino Di Tora, e il Direttore della Caritas di Roma, Mons. Enrico Feroci. Sono lieto di salutare le Autorità presenti, in particolare il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Onorevole Altero Matteoli, che ringrazio per le sue parole, il Sindaco di Roma, Onorevole Gianni Alemanno, che ringrazio per il fattivo e costante aiuto offerto dal Comune di Roma alle attività dell’Ostello. Saluto i volontari e tutti i presenti. Grazie per la vostra accoglienza!

Sono trascorsi ormai 23 anni dal giorno in cui questa struttura, realizzata con la collaborazione delle Ferrovie dello Stato, che generosamente misero a disposizione i locali, e il sostegno economico del Comune di Roma, iniziò ad accogliere i primi ospiti. Nel corso degli anni, all’offerta di un riparo per chi non aveva dove dormire, si sono aggiunti ulteriori servizi, come il poliambulatorio e la mensa sociale ed ai primi donatori se ne sono uniti altri come l’ENEL, la Fondazione Roma, l’Ing. Agostini Maggini, la Fondazione Telecom ed il Ministero dei Beni Culturali-Arcis spa, a testimonianza della forza aggregante dell’amore. In questo modo l’Ostello è diventato un luogo dove, grazie al generoso servizio di tanti operatori e volontari, si attuano ogni giorno le parole di Gesù: "Ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero straniero e mi avete accolto, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato" (Mt 25,35-36).

Cari fratelli e amici che qui trovate accoglienza, sappiate che la Chiesa vi ama profondamente e non vi abbandona, perché riconosce nel volto di ognuno di voi il volto di Cristo. Egli ha voluto identificarsi in maniera del tutto particolare con coloro che si trovano nella povertà e nell’indigenza. La testimonianza della carità, che in questo luogo trova speciale concretizzazione, appartiene alla missione della Chiesa insieme con l’annuncio della verità del Vangelo. L’uomo non ha soltanto bisogno di essere nutrito materialmente o aiutato a superare i momenti di difficoltà, ma ha anche la necessità di sapere chi egli sia e di conoscere la verità su se stesso, sulla sua dignità. Come ho ricordato nell’Enciclica Caritas in veritate, "senza verità, la carità scivola nel sentimentalismo. L’amore diventa un guscio vuoto, da riempire arbitrariamente" (n. 3).

La Chiesa, con il suo servizio a favore dei poveri, è dunque impegnata ad annunciare a tutti la verità sull’uomo, che è amato da Dio, creato a sua immagine, redento da Cristo e chiamato alla comunione eterna con Lui. Tante persone hanno potuto così riscoprire, e tuttora riscoprono, la propria dignità, smarrita a volte per tragici eventi, e ritrovano fiducia in se stessi e speranza nell’avvenire. Attraverso i gesti, gli sguardi e le parole di quanti prestano qui il loro servizio, numerosi uomini e donne toccano con mano che le loro vite sono custodite dall’Amore, che è Dio, e grazie ad esso hanno un senso e un’importanza (cfr Lett. enc. Spe salvi, 35). Questa certezza profonda genera nel cuore dell’uomo una speranza forte, solida, luminosa, una speranza che dona il coraggio di proseguire nel cammino della vita nonostante i fallimenti, le difficoltà e le prove che la accompagnano. Cari fratelli e sorelle che operate in questo luogo, abbiate sempre davanti ai vostri occhi e nel vostro cuore l’esempio di Gesù, che per amore si fece nostro servo e ci amò "fino alla fine" (cfr Gv 13,1), fino alla Croce. Siate, dunque, gioiosi testimoni dell’infinita carità di Dio e, imitando l’esempio del diacono san Lorenzo, considerate questi vostri amici uno dei tesori più preziosi della vostra vita.

La mia visita avviene nell’Anno europeo della lotta alla povertà e all’esclusione sociale, indetto dal Parlamento Europeo e dalla Commissione Europea. Venendo in questo luogo come Vescovo di Roma, la Chiesa che fin dai primi tempi del Cristianesimo presiede alla carità (cfr S. Ignazio di Antiochia, Lettera ai Romani, 1,1), desidero incoraggiare non solo i cattolici, ma ogni uomo di buona volontà, in particolare quanti hanno responsabilità nella pubblica amministrazione e nelle diverse istituzioni, ad impegnarsi nella costruzione di un futuro degno dell’uomo, riscoprendo nella carità la forza propulsiva per un autentico sviluppo e per la realizzazione di una società più giusta e fraterna (cfr Lett. enc. Caritas in veritate, 1). La carità, infatti, "è il principio non solo delle micro-relazioni: rapporti amicali, familiari, di piccolo gruppo, ma anche delle macro-relazioni: rapporti sociali, economici, politici" (ibid., 2). Per promuovere una pacifica convivenza che aiuti gli uomini a riconoscersi membri dell’unica famiglia umana è importante che le dimensioni del dono e della gratuità siano riscoperte come elementi costitutivi del vivere quotidiano e delle relazioni interpersonali. Tutto ciò diventa giorno dopo giorno sempre più urgente in un mondo nel quale, invece, sembra prevalere la logica del profitto e della ricerca del proprio interesse.

L’Ostello della Caritas costituisce, per la Chiesa di Roma, una preziosa occasione per educare ai valori del Vangelo. L’esperienza di volontariato che qui molti vivono è, specie per i giovani, un’autentica scuola in cui si impara ad essere costruttori della civiltà dell’amore, capaci di accogliere l’altro nella sua unicità e differenza. In questo modo l’Ostello manifesta concretamente che la comunità cristiana, attraverso i propri organismi e senza venir meno alla Verità che annuncia, collabora utilmente con le istituzioni civili per la promozione del bene comune. Confido che la feconda sinergia qui realizzata si estenda anche ad altre realtà della nostra Città, in particolare nelle zone dove più si avvertono le conseguenze della crisi economica e maggiori sono i rischi dell’esclusione sociale. Nel suo servizio alle persone in difficoltà la Chiesa è mossa unicamente dal desiderio di esprimere la propria fede in quel Dio che è il difensore dei poveri e che ama ogni uomo per quello che è e non per quello che possiede o realizza. La Chiesa vive nella storia con la consapevolezza che le angosce e i bisogni degli uomini, dei poveri soprattutto e di tutti coloro che soffrono, sono pure quelli dei discepoli di Cristo (cfr Conc. Ecum. Vat. II, Gaudium et spes, 1) e per questo, nel rispetto delle competenze proprie dello Stato, si adopera perché ad ogni essere umano venga garantito ciò che gli spetta.

Cari fratelli e sorelle, per Roma l’Ostello della Caritas diocesana è un luogo dove l’amore non è solo una parola o un sentimento, ma una realtà concreta, che consente di far entrare la luce di Dio nella vita degli uomini e dell’intera comunità civile. Questa luce ci aiuta a guardare con fiducia al domani, certi che anche nel futuro la nostra Città resterà fedele al valore dell’accoglienza, così fortemente radicato nella sua storia e nel cuore dei suoi cittadini. La Vergine Maria, Salus populi romani, vi accompagni sempre con la sua materna intercessione e aiuti ciascuno di voi a fare di questo luogo una casa dove fioriscono le stesse virtù presenti nella santa casa di Nazaret. Con questi sentimenti, vi imparto di cuore la Benedizione Apostolica, estendendola a quanti vi sono cari e a tutti coloro che in questo luogo vivono e si donano con generosità.

 

 

 

CORRIERE della SERA

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2010-02-13

udienza per i partecipanti alla plenaria della Pontificia accademia per la vita

Il Papa: "La vita umana non è materia inanimata nelle mani degli scienziati"

"Il rischio altrimenti sarebbe un uso strumentale della scienza, con l'inevitabile conseguenza di cadere nella discriminazione e nell'interesse economico del più forte

udienza per i partecipanti alla plenaria della Pontificia accademia per la vita

Il Papa: "La vita umana non è materia inanimata nelle mani degli scienziati"

"Il rischio altrimenti sarebbe un uso strumentale della scienza, con l'inevitabile conseguenza di cadere nella discriminazione e nell'interesse economico del più forte

CITTÀ DEL VATICANO - "La vita umana conosce un proprio sviluppo e l'orizzonte di investigazione della scienza e della bioetica è aperto, ma occorre ribadire che quando si tratta di ambiti relativi all'essere umano, gli scienziati non possono mai pensare di avere tra le mani solo della materia inanimata e manipolabile".

È quanto ha detto questa mattina il Papa ricevendo in udienza i partecipanti alla plenaria della Pontificia accademia per la vita, guidati dal presidente del dicastero vaticano, monsignor Rino Fisichella. "Infatti, fin dal primo istante - ha spiegato ancora il Pontefice - la vita dell'uomo è caratterizzata dall'essere vita umana e per questo portatrice sempre, dovunque e nonostante tutto, di dignità propria". "Contrariamente - ha detto Ratzinger - saremmo sempre alla presenza del pericolo di un uso strumentale della scienza, con l'inevitabile conseguenza di cadere facilmente nell'arbitrio, nella discriminazione e nell'interesse economico del più forte".

"PERICOLOSO STATO CHE PRETENDE DI ESSERE FONTE DELL'ETICA" - "Coniugare bioetica e legge morale naturale - ha affermato Benedetto XVI - permette di verificare al meglio il necessario e ineliminabile richiamo alla dignità che la vita umana possiede intrinsecamente dal suo primo istante fino alla sua fine naturale". "Invece, nel contesto odierno - ha spiegato Ratzigner - pur emergendo con sempre maggior insistenza il giusto richiamo ai diritti che garantiscono la dignità della persona, si nota che non sempre tali diritti sono riconosciuti alla vita umana nel suo naturale sviluppo e negli stadi di maggior debolezza". "Una simile contraddizione - ha aggiunto - rende evidente l'impegno da assumere nei diversi ambiti della società e della cultura perchè la vita umana sia riconosciuta sempre come soggetto inalienabile di diritto e mai come oggetto sottoposto all'arbitrio del più forte". "La storia - ha detto ancora il Papa - ha mostrato quanto possa essere pericoloso e deleterio uno Stato che proceda a legiferare su questioni che toccano la persona e la società, pretendendo di essere esso stesso fonte e principio dell'etica".

"DIGNITÀ UMANA SIA RICONOSCIUTA DA OGNI ORDINAMENTO GIURIDICO" - "Il riconoscimento della dignità umana, in quanto diritto inalienabile trova il suo fondamento primo in quella legge non scritta da mano d'uomo, ma iscritta da Dio Creatore nel cuore dell'uomo, che ogni ordinamento giuridico è chiamato a riconoscere come inviolabile e ogni singola persona è tenuta a rispettare e promuovere" ha anche detto il Pontefice. "Senza il principio fondativo della dignità umana sarebbe arduo trovare una fonte per i diritti della persona e impossibile giungere a un giudizio etico nei confronti delle conquiste della scienza che intervengono direttamente nella vita umana".

"C'È RISCHIO DERIVA RELATIVISTICA A LIVELLO LEGISLATIVO" - "Senza principi universali che consentono di verificare un denominatore comune per l'intera umanità, il rischio di una deriva relativistica a livello legislativo non è affatto da sottovalutare", ha spiegato Benedetto XVI . "La legge morale naturale, forte del proprio carattere universale - ha aggiunto - permette di scongiurare tale pericolo e soprattutto offre al legislatore la garanzia per un autentico rispetto sia della persona, sia dell'intero ordine creaturale". "Essa si pone come fonte catalizzatrice di consenso - ha sottolineato Ratzinger - tra persone di culture e religioni diverse e permette di andare oltre le differenze, perchè afferma l'esistenza di un ordine impresso nella natura dal Creatore e riconosciuto come istanza di vero giudizio etico razionale per perseguire il bene ed evitare il male".

Redazione online

13 febbraio 2010

 

REPUBBLICA

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2010-02-13

Benedetto XVI all'ostello "Don Luigi Di Liegro" nei pressi della stazione Termini

Appello alle istituzioni in un mondo in cui prevale "la logica del profitto

Il Papa in visita alla Caritas

"Lo Stato riscopra la carità"

"A ogni essere umano venga garantito ciò che gli spetta"

"Il Vangelo non propone una rivoluzione sociale e politica"

Il Papa in visita alla Caritas "Lo Stato riscopra la carità"

ROMA - Le istituzioni, così come i singoli cittadini, devono "riscoprire la forza della carità", soprattutto in un mondo dove prevale "la logica del profitto e della ricerca del proprio interesse". Nel suo discorso durante la visita alle strutture della Caritas di Roma presso la Stazione Termini, Benedetto XVI lancia un monito molto chiaro alle strutture dello Stato, oltre che a tutti "gli uomini di buona volontà".

"Cari fratelli e amici che qui trovate accoglienza - dice il Papa rivolgendosi agli ospiti dell'ostello "Don Luigi Di Liegro - sappiate che la Chiesa vi ama profondamente e non vi abbandona, perché riconosce nel volto di ciascuno di voi quello di Gesù". "Gesù ha voluto identificarsi in maniera del tutto particolare con coloro che si trovano nella povertà e nell'indigenza", ha rimarcato Ratzinger, sottolinenando che "la testimonianza della carità, che in questo luogo trova speciale concretizzazione, appartiene alla missione della Chiesa insieme con l'annuncio della verità del Vangelo".

"Desidero incoraggiare non solo i cattolici, ma ogni uomo di buona volontà - prosegue i Pontefice - in particolare quanti hanno responsabilità nella pubblica amministrazione e nelle diverse istituzioni, ad impegnarsi nella costruzione di un futuro degno dell'uomo, riscoprendo nella carità la forza propulsiva per un autentico sviluppo e per la realizzazione di una società più giusta e fraterna".

"Per promuovere una pacifica convivenza che aiuti gli uomini a riconoscersi membri dell'unica famiglia umana - aggiunge Benedetto XVI - è importante che le dimensioni del dono e della gratuità siano riscoperte come elementi costitutivi del vivere quotidiano e delle relazioni interpersonali. Tutto ciò diventa giorno dopo giorno sempre più urgente in un mondo nel quale, invece, sembra prevalere la logica del profitto e della ricerca del proprio interesse".

 

In questo scenario, la Chiesa, "nel rispetto delle competenze dello Stato", è impegnata affinché "ad ogni essere umano venga garantito ciò che gli spetta". "Nel suo servizio alle persone in difficoltà - afferma il Papa, più volte interrotto dagli applausi - la Chiesa è mossa unicamente dal desiderio di esprimere la propria fede in quel Dio che è il difensore dei poveri e che ama ogni uomo per quello che è e non per quello che possiede o realizza".

"La Chiesa vive nella storia - dice citando la 'Gaudium et spes' - con la consapevolezza che le angosce e i bisogni degli uomini, dei poveri soprattutto e di tutti coloro che soffrono, sono pure quelli dei discepoli di Cristo e per questo nel rispetto delle competenze proprie dello Stato, si adopera perchè ad ogni essere umano venga garantito ciò che gli spetta".

Successivamente il Papa all'Angelus, parlando dalla finestra del suo studio su piazza San Pietro, ha ricordato che "il Vangelo non propone una rivoluzione di tipo sociale e politico, ma quella dell'amore, che ha già realizzato con la sua Croce e la sua Risurrezione. Su di esse si fondano le beatitudini, che propongono il nuovo orizzonte di giustizia, inaugurato dalla Pasqua, grazie al quale possiamo diventare giusti e costruire un mondo migliore", ha detto tra gli applausi di oltre 50 mila persone. Per Benedetto XVI, "il Vangelo di Cristo risponde positivamente alla sete di giustizia dell'uomo, ma in modo inatteso e sorprendente".

(14 febbraio 2010)

L'UNITA'

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